"Pensa come un uomo d'azione, agisci come un uomo di pensiero." (Henri Bergson)

I Nuovi Occhi.
Per tutte quelle iniziative, notizie e tematiche attuali che i mass-media trascurano o trattano con superficialità.
Spesso, infatti, la rilevanza di un tema sembra derivare maggiormente da esigenze di audience piuttosto che dall'importanza che l'informazione stessa dovrebbe richiedere. In quest'ottica gli eventi negativi prevalgono sempre sulle buone notizie, finendo per farci credere di vivere in un mondo peggiore di quello in cui in realtà viviamo.

L'obiettivo del blog è quello di stimolare e incentivare una
riflessione critica riguardo alcuni spunti di attualità che consenta di filtrare le informazioni, ma anche quello di evidenziare ciò che di positivo c'è, le “belle notizie” appunto, che non riescono a emergere perchè sommerse dall'infinità di quelle cattive; riuscire quindi, tramite i nuovi occhi, a osservare e comprendere più profondamente ciò che accade ogni giorno e ci circonda.

sabato 30 gennaio 2010

Cibo, territorio e qualità l'Italia è prima in Europa


Quasi sempre si sottolinea che siamo gli ultimi in Europa e nel Mondo. Qualche volta, però, siamo anche i primi.

L'ITALIA è prima in Europa per i cibi di qualità legati al territorio. Un primato che si è consolidato nel 2009 con un vero e proprio sprint: su 50 nuovi prodotti a marchio certificato (Dop, Igp, Stg) ben 19 sono italiani. La classifica generale ci vede in testa con 194 prodotti (il 21 per cento del totale), seguono la Francia con 167 e la Spagna con 129. Sono i dati contenuti nel "Rapporto 2009 sulle produzioni agroalimentari italiane Dop, Igp, Stg" curato dall'Osservatorio Qualivita.

"L'agroalimentare di qualità parla italiano", commenta Mauro Rosati, direttore dell'Osservatorio. "Ed è un dato che non va letto da solo: parliamo non di nicchie ma di un segmento importante e trainante della cultura gastronomica del paese. Difendere questo tipo di produzione significa limitare l'impatto ambientale dell'agricoltura, tutelare la diversità del paesaggio, creare le condizioni per un rilancio del turismo".

Come ha notato Paolo De Castro, presidente della Fondazione Qualivita, proprio il successo del made in Italy rischia di trasformarsi in autogol se le singole aziende si presentano in ordine sparso alla sfida della globalizzazione: "All'estero vogliono mangiare italiano, vogliono mozzarella e parmigiano, ma se esportiamo solo il 14 per cento delle nostre eccellenze agroalimentari, il vuoto sugli scaffali viene riempito da merci italian sounding: imitazioni pirata che sfruttano l'assonanza con un nome italiano e finiscono per fatturare quattro volte più dei prodotti veri. Dobbiamo organizzarci per portare i nostri prodotti dove vengono richiesti".

Per rilanciare l'export ed evitare le truffe legate all'imitazione dei marchi italiani, l'Osservatorio propone una politica che sia orientata verso la difesa rigorosa delle tradizioni dal punto di vista dei disciplinari di produzione, ma che al tempo stesso sia estremamente innovativa e aperta dal punto di vista del marketing e della capacità di innovazione commerciale.

Fonte:

http://www.repubblica.it/ambiente/2010/01/14/news/cibo_e_territorio-1947970/

giovedì 28 gennaio 2010

Obbligo di fumo



Uno sviluppo così rapido porta sempre con se grandi contraddizioni. Difatti in Cina, oltre a tante problematiche più gravi e cruciali, c'è anche chi,in assoluta controtendenza mondiale, pone l'obbligo di fumare.

Sarebbe fiero Mao Zedong, che faceva fabbricare sigarette perfino dentro la cinta del Palazzo Imperiale. Se il resto del mondo si è piegato alle campagne anti-fumo, i dirigenti cinesi della contea di Gongan hanno lanciato la controffensiva: da loro la sigaretta è obbligatoria. Per motivi patriottici e per il bene pubblico. La circolare diramata dalle autorità locali è tassativa: sono tenuti a fumare tutti i dipendenti pubblici, insegnanti inclusi. Chen Nianzu, uno dei notabili municipali, ha spiegato con orgoglio la decisione sul quotidiano governativo Tempi Globali: «È un sostegno alla ripresa, è un aiuto all' economia locale, ed è una bella iniezione di gettito per le finanze pubbliche». Gongan è nella provincia centrale dello Hubei, il cuore della Repubblica Popolare, e va orgogliosa della sua produzione di tabacco. Ed è proprio la marca Hubei ad essere imposta agli impiegati pubblici, niente Marlboro né Camel. C' è anche un preciso target da raggiungere a fine anno, secondo le migliori tradizioni della pianificazione: i dipendenti statali devono far fuori almeno 230.000 pacchetti di Hubei nel 2009. La direttiva di Gongan batte ogni record nella promozione del tabagismo. Ma tanto zelo è superfluo. La Cina è già il regno incontrastato della nicotina. Qui si vendono 2.000 miliardi di sigarette all' anno, un terzo di tutti i consumi mondiali. Il divieto di fumo, teoricamente in vigore in molti luoghi pubblici, è disatteso quasi ovunque.
Ed è per questo che è lecito pensare che l' obbligo di fumare sarà applicato senza troppa severità. Tuttavia le adesioni spontanee saranno molto gradite.

Fonte:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/06/obbligatorio-fumare-direttiva-shock-in-cina.html

martedì 26 gennaio 2010

Provincia WI-FI


Di tanto in tanto dalla politica e dall'amministrazione pubblica viene fuori qualcosa di buono. Ecco a voi la descrizione di un bel progetto realizzato dalla Provincia di Roma.

Il progetto Provincia WIFI consiste nell'installazione in piazze, biblioteche e luoghi di ritrovo del territorio provinciale di apparati per l'accesso gratuito ad Internet.

Il progetto nasce come il primo nucleo autorevole di una rete federata a cui possano connettersi anche reti di privati o di altre istituzioni. L'idea di base è quella di unire le risorse e condividere i benefici con altre reti pubbliche di biblioteche, istituzioni, centri sociali, centri sportivi e ricreativi.

Non solo creare quindi punti di accesso gratuiti ad internet, ma fornire la connessione a reti di servizio come ad esempio quella delle Università di Roma, dando modo agli studenti di collegarsi alla rete wi-fi della propria università anche senza venire a Roma.

Per fare ciò sono state sottoscritte convenzioni con Comuni, CNR e vari Consorzi

Con il Consorzio Roma wireless e la Fondazione Mondo digitale, si stanno coprendo importanti piazze romane e 50 Centri Anziani. Sempre per la città di Roma, è stata bandita una gara europea per installare, d'intesa con i Municipi, altri 250 hot spot entro il 2010.

Il progetto è aperto al contributo dei privati, esercizi commerciali e associazioni no profit, che possono installare gli access point nei loro locali e, nel rispetto delle norme di legge previste per l'accesso alla Rete, offrire un servizio ai loro clienti o associati.

Fonte:

http://www.provincia.roma.it/percorsitematici/innovazione-tecnologica/progetti/4035

domenica 24 gennaio 2010

Finanziamenti pubblici ai cinepanettoni


Nei giorni prima di Natale la Fondazione Fare Futuro ha attaccato l'ultimo prodotto da record di Neri Parenti invitando tutti a "boicottare il cinepanettone". Il web magazine della fondazione del presidente della Camera Gianfranco Fini ha criticato la normativa in base alla quale film come «Natale a Beverly Hills», «avranno la possibilità di usufruire dei finanziamenti pubblici». Il tutto, sottolineano altri detrattori del genere cinematografico, «mentre il governo persevera in inauditi tagli al Fondo unico per lo spettacolo». (Fus).

Mentre non si finanziano più trasposizioni teatrali di Shakespeare o Pirandello, con i soldi dei contribuenti si pagano le costose trasferte all'estero di intere troupe impegnate a girare quelle che - accusano i puristi - non solo certo pellicole d'essai o esercizi di stile.

(Per cinema d'essai (dal francese, letteralmente "cinema di prova" o "di sperimentazione", noto anche come cinema d'autore), si intende una sala cinematografica che proietti pellicole destinate ad un pubblico non di massa. Indica in generale quella cinematografia rivolta a chi delle opere cinematografiche privilegia aspetti che vanno oltre il mero intrattenimento, come, ad esempio, il valore artistico, formale, di sperimentazione sul linguaggio cinematografico, oppure di impegno sociale.)


Ma la polemica, va detto, non nasce solo da Farefuturo. In realtà già nei giorni scorsi l'agenzia Il Velino aveva sottolineato lo sconcerto di molti protagonisti della cultura davanti ai numeri dei finanziamenti pubblici al cinema.
«Il produttore Aurelio De Laurentiis potrebbe ricevere fino a due milioni di contributi dallo Stato - scriveva il Velino alla vigilia di Natale - grazie al riconoscimento di “Natale a Beverly Hills” come film di interesse culturale. Il decreto ministeriale 28 del 2004 (il cosiddetto decreto Urbani) riconosce infatti finanziamenti pari al 7% degli incassi per i lungometraggi che al botteghino abbiano ottenuto “da 10.329.138 a 20.700.000 euro”». Negli ultimi anni i cinepanettoni firmati da Parenti han sempre superato questa cifra: si va dai 21 milioni di «Natale a Miami» del 2005 ai 25 milioni di «Natale a Rio» del 2008.

L'ultima fatica californiana dei registi del panettone potrebbe facilmente superare i 20 milioni di incasso. Il tal caso - essendo stata classificata «di interesse culturale» dalla Sottocommissione cinema del ministero dei Beni e le Attività culturali - potrebbe fruttare al produttore un «aiutino» di Stato; un contributo pubblico di 1 milione e 500 mila euro.

Fonti:

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_dicembre_26/cinepanettoni-polemica-farefuturo-1602209588797.shtml

http://it.wikipedia.org/wiki/Cinema_d'essai

sabato 23 gennaio 2010

L'Italia patrimonio dell'umanità


La Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità, adottata dalla Conferenza generale dell'UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale.

L’Italia è la Nazione con il maggior numero di patrimoni dell'umanità riconosciuti dall'Unesco. (44 siti, quasi il 6% del patrimonio culturale mondiale).

Per essere inclusi nella lista del Patrimonio dell'Umanità i siti devono avere valori di universalità, unicità ed insostituibilità e devono soddisfare almeno uno dei criteri fissati dal Comitato per il Patrimonio dell'Umanità per la selezione.
Fino al 2004 i criteri erano solo sei in ambito culturale e quattro in ambito naturalistico.
Dal 2005 esiste un insieme di 10 criteri.
Criteri di selezione:
1)rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;
2)testimoniare un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo archeologico sia architettonico sia della tecnologia, artistico o paesaggistico;
3)apportare una testimonianza unica o eccezionale su una tradizione culturale o della civiltà;
4)offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica o del paesaggio o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana;
5)essere un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente;
6)essere direttamente associato a avvenimenti legati a idee, credenze o opere artistiche e letterarie aventi un significato universale eccezionale (possibilmente in associazione ad altri punti);
7)rappresentare dei fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale;
8)essere uno degli esempi rappresentativi di grandi epoche storiche a testimonianza della vita o dei processi geologici;
9)essere uno degli esempi eminenti dei processi ecologici e biologici in corso nell'evoluzione dell'ecosistema;
10)contenere gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Patrimonio_dell'umanit%C3%A0